Il territorio di Montalto di Castro affonda le sue origini nell’antropizzazione etrusca le cui vestigia sono testimoniate da un’architettura caratterizzata da grandi volumi stereometrici in tufo, molto massivi. D'altro canto, nell’immaginario collettivo contemporaneo, Montalto di Castro evoca il mondo delle macchine: immagine legata alla presenza sul territorio della più grande centrale elettrica italiana. Il progetto propone un corto-circuito temporale tra le due anime di Montalto: l'arcaicità etrusca e la contemporanea estetica della macchina.
Il progetto del nuovo teatro è un grande monolite in cemento armato a faccia vista caratterizzato da leggere variazioni cromatiche sul quale si appoggia, eterea, la torre scenica: un volume in policarbonato che si smaterializza di giorno e si illumina di notte per diventare una grande lanterna luminosa che dialoga non solo con il vicino tessuto urbano cittadino, ma anche con l'intero territorio circostante lontano.
Una nuova piazza in travertino, nata dalla deviazione del tracciato della strada di accesso al centro storico, conduce al foyer del nuovo teatro incorniciato da una copertura a sbalzo che introduce il visitatore in un ambiente continuo e ininterrotto in cui foyer, platea e piazza esterna fluiscono liberamente l’uno nell’altra. Lo spazio interno è una sottrazione di materia: il blocco di cemento viene scavato così da poter ricavare lo spazio necessario della platea e della scena.