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La collisione è una misurazione legata alla capacità di rendere partecipe l’architettura alla complessità del mondo che la circonda…mondo che noi chiamiamo supercontesto. Il  supercontesto racchiude l’insieme delle relazioni possibili di un luogo: è il cuore della collisione! La collisione in architettura è il punto di partenza di ogni progetto che elaboriamo ed è legata alla sua dimensione concettuale e poetica, ma anche a quella delle forme.  C’è un’affermazione  di Fuller che fotografa bene il nostro modo di agire: “quando lavoro a un progetto non penso mai alla bellezza. Penso solo a come fare il progetto. Ma quando ho finito, se il progetto non è bello, allora capisco che non funziona”. 

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L’Istituto Italiano di Cultura di Toronto ha avviato una serie di mostre e conferenze dedicate all’architettura italiana dal titolo Italy Under Construction. Un nuovo programma, promosso in collaborazione con la University of Toronto, il cui scopo è presentare al pubblico canadese una selezione della nuova produzione architettonica italiana e discutere i fondamenti culturali e teorici che ne sono alla base.

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Opere…strumento privilegiato di riflessione, occasione, rifugio mentale di approfondimento, luogo dove incontrare e scontrarsi con  idee e opinioni, spazio dove confronto e provocazione diventano opportunità per sentire con gli occhi, vedere con il corpo e agire con la mente…Opere, operare, fare!

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Il vuoto non risiede nell’architettura ma nella cultura del progetto.

Il pieno induce a mantenere la giusta concentrazione, ad avere più desideri che rimpianti.

Il vuoto stimola la riflessione.

Il pieno stimola l’azione.

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Cinque domande, 120 secondi per rispondere ad ognuna: 120g intervista le maggiori firme di architettura ed ingegneria della Toscana sui temi di Tuscanyness, Paesaggio, Bellezza, Metodo, Fare Architettura.


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Il volume raccoglie gli spunti metodologici, i contributi più significativi nonché una selezione degli esiti progettuali del laboratorio di progettazione 2C della Facoltà di Architettura di Genova, condotto per gli a.a. 2010-2011 e 2011-2012 da Riccardo Miselli con Eleonora Burlando, avente come tema la residenza collettiva ed orientato nella direzione di aprire una riflessione della specificità come principio di sostenibilità dell’architettura e suo strumento di riscatto nella contemporaneità.



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Barcellona Pozzo di Gotto, il suo centro urbano, il cuore della città, è caratterizzato da contingenze ambientali eterogenee. E’ per questo motivo che sono stati individuati quattro modalità di intervento che indagano su altrettanti fenomeni rilevati: quattro casi-studio che si interrogano sul rapporto tra pubblico e privato. Perchè per spazio urbano si deve sempre intendere quello spazio di sola pertinenza pubblica? Non è forse vero che il privato, attraverso i propri interventi modifica e spesso compromette in maniera irreversibile la qualità di uno spazio urbano pubblico? E allora dove finisce il pubblico e inizia il privato? Dove e come il privato può migliorare la qualità dello spazio pubblico? Dove e come lo spazio pubblico può aiutare e migliorare la qualità di vita delle singole persone, del privato? La loro apparente dicotomia può essere “sfruttata” per arricchire la vita dell’uomo? Il progetto esplora e approfondisce questi temi, provando a dare delle risposte attraverso l’architettura. I temi individuati sono i seguenti:

1. SALOTTI URBANI

2. SUPERFETAZIONI

3. PROTESI URBANE

4. RUDERI URBANI

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