Lo studio mette a disposizione dei suoi clienti la propria professionalità ed esperienza nel risolvere problemi di varia natura, anche complessi, nel campo della progettazione architettonica in Italia e nel mondo.

I nostri clienti sono enti sia pubblici che privati, aziende che operano in numerosi settori produttivi o legati alla vendita di beni di vario genere, singoli privati, imprese di costruzione e fondi di investimento.
Non abbiamo un metodo, non abbiamo una formula magica, non abbiamo la verità in tasca: abbiamo capacità di percezione.
MDU è uno studio associato di architettura nato a Prato nel 2001 e composto da tre soci: Alessandro Corradini, Cristiano Cosi e Marcello Marchesini.
MDU si è distinto in ambito concorsuale per i numerosi riconoscimenti conseguiti, tra cui nove primi premi. I risultati del dibattito e la ricerca che MDU svolge costantemente insegnando all’università oppure all’interno dello studio anche insieme agli amici che vi transitano, ha favorito la partecipazione a mostre ed iniziative intorno alla dimensione teorica dell’architettura. Marcello Marchesini è attualmente professore a contratto presso la Facoltà di Architettura di Ferrara dove insegna Progettazione Architettonica al terzo anno dal 2013.
MDU è presente in Storia dell’architettura italiana 1985-2015, Marco Biraghi, Silvia Micheli, Ed. Einaudi ed è stato selezionato per la 14. Mostra Internazionale di Architettura la Biennale di Venezia, Innesti/grafting, Padiglione Italia, Ed. Marsilio.
Siamo in tre e tutti abbiamo iniziato a sperimentare l’architettura esplorando opportunità diverse. Persone diverse che hanno interessi diversi: c’è chi fa surf, chi gioca a tennis e chi per sport viene in studio a piedi ogni mattina. Chi ascolta De Andrè, chi Vinicio Capossela, chi Baustelle, Mannarino, Fossati, Gaber, Conte, Guccini o Piero Ciampi. Chi tifa Juventus e chi Fiorentina, chi il calcio non lo considera uno sport a differenza invece del rugby. Chi legge Montale e chi invece solo la Gazzetta. Persone diverse che hanno fatto anche esperienze accademiche diverse: si spazia dal radical fiorentino, alla lezione di E.N. Rogers. Tutti, però, siamo stati rapiti dalla poesia di Michelucci e dalla sua capacità di sognare, sentire e amare l’architettura. Persone eterogenee quindi, che hanno deciso di unirsi per l’architettura e credono che la diversità possa davvero fare la differenza…